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CATTEDRALE DI ANDRIA – SANTA MARIA ASSUNTA

Pubblicato da Redazione DOMUSre sopra Aprile 12, 2019
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La fondazione della cattedrale di Santa Maria Assunta, risale alla fine del XI secolo e sorge su una chiesa di precedente costruzione, oggi visitabile e visibile come l’attuale cripta.

La cripta presenta delle finestre laterali che lasciano pensare ad un livello della strada più basso rispetto a quello attuale, all’interno di essa  sono sepolte le due mogli dell’Imperatore Federico II: Jolanda di Brienne e Isabella d’Inghilterra.

L’attuale pianta della cattedrale segue la struttura precedente, infatti si basa sull’impianto longitudinale diviso in tre navate sorrette da pilastri romanici sui quali sono conservati ed incisi i nomi delle maestranze che hanno contribuito alla costruzione della cattedrale.

Dal 2005 al 2008 sono stati eseguiti i lavori di restauro e recupero che hanno portato alla luce le otto cappelle laterali, costruite nel XV secolo e non più accessibili dagli anni sessanta per motivi di natura statica.

Di estrema importanza è la cappella di Santa Maria del Capitolo nella quale viene custodita la grande tela della Natività dipinta da Vito Calò, allievo del famoso maestro Corrado Giaquinto, inoltre degna di nota è la cappella di San Riccardo costruita per dare una degna collocazione alle spoglie del Santo Patrono della città di Andria.

Altro elemento prestigioso è la reliquia della Sacra Spina, donata alla città di Andria da Beatrice d’Angiò nel 1308 e si ritiene che sia appartenuta alla corona di spine portata da Cristo durante la sua passione.

Elemento enigmatico è l’icona mariana del XXI secolo che rappresenta la Madonna di Andria, infatti è una rappresentazione che risente fortemente dell’influenza orientale delle icone mariane, non a caso è ritenuta una delle più famose immagini mariane medievali  presenti in Puglia.

Negli anni sessanta venne rimosso il vano timpano per problemi di staticità e fu in questo periodo che fu costruita la parte superiore con i forti richiami stilistici ed architettonici al romanico con l’aggiunta del rosone centrale

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